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biografia e recensioni

Chi ha conosciuto Luigi Robiola detto Gigi non puo’ che apprezzare la sua bonta e generosita’ d’animo sempre pronto con una buona parola ad ascoltare,amico di tutti. Ora che non e’ piu’ presente fra di noi sentiamo la mancanza di un uomo che e’ sempre vissuto libero ci manchera’ come uomo e come artista.

E’ stato uno dei primi CB in Torino ed in seguito radioamatore con il nominativo I1RLC iscritto alla sezione radioamatori A.R.I di Torino.

Artista che dipingeva solo quello che sentiva interiormente,i suoi stati d’animo,l’angoscia,la solitudine,la disperazione,lasciava che i suoi dipinti parlassero di Lui.

Grazie Gigi per l’amicizia che per moltissimi anni hai donato a tutti noi riposa in pace.

                                             Vincenzo  Cannuni

Nonostante le correnti artistiche da fine Ottocento in poi e in particolare quelle del Novecento abbiano nettamente separato la pittura dalla riproduzione della realtà, quando osservano un quadro molti sono portati a cercare un riferimento alla realtà e alla natura. E’ un bel dire che il cubismo rappresentava contemporaneamente i vari piani di un oggetto, che l’astrattismo si basava sulla bellezza di linee e colori, che già l’impressionismo, pure riproducendo paesaggi, li trasfigurava come una fotografia volutamente sfocata, ma alla fine in tanti cercano qualcosa di familiare. Così, quando si guardano i dipinti di Gigi Robiola, a molti vien naturale, quasi con fanciullesco compiacimento, dire: “Quello è un sole”, “Quella è una fila di alberi”. Magari aggiungendo stupiti: “Ha dipinto gli alberi viola!”, con reminiscenze dei cieli gialli disegnati da Van Gogh. E’ giusto? E’ sbagliato? La verità è che non c’è giusto o sbagliato nelle emozioni che si provano davanti a un’opera d’arte. Piuttosto dovremmo parlare di sincerità o falsità. Siamo sinceri quando diciamo che quel quadro ci dona emozioni? Oppure affermiamo che un dipinto ci piace o non ci piace (anzi, talvolta ci eleggiamo a giudici dicendo addirittura che “è bello” o “brutto”) solo dopo aver letto il curriculum dell’autore?

Questa premessa per dire che non c’è arte giusta o sbagliata e che noi spettatori dobbiamo solo essere sinceri. Così, se davanti a un quadro di Robiola qualcuno vuol cercare il sole e gli alberi, faccia pure, se è ciò che gli dona emozioni; qualcun altro penserà invece all’autore che nel silenzio del suo studio fa scorrere vernici e solventi sul dipinto seguendo il suo estro; qualcun altro ancora dirà semplicemente che quelle macchie di colore, quelle linee, quelle forme gli hanno dato piacere alla vista.

E io immagino Robiola che, nascosto in qualche angolo, sorridendo, si godrà di essere riuscito a dare a ognuno l’emozione che cercava e si sentirà soddisfatto del suo compito. E, se potesse, anche quella forma sul dipinto, che ad alcuni sembra un sole e ad altri un’esplosione di colore, sorriderebbe anche lei…                

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                                                                               Sergio Albesano

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  Gigi Robiola ha allestito mostre personali a Torino,Cortanze d'Asti, Lido degli Estensi, Portovenere, Susa, Vicenza, Nettuno,Milano e Madrid.
      Con rassegne collettive, concorsi e manifestazioni,è stato presente in diverse località italiane. Da Roma a Milano, da Valdellatorre a Montechiaro d'Asti, da Marsala a Ceres, da Torino ad Assisi.
      Ecco alcuni dei riconoscimenti ottenuti da Robiola: Rosa d'Oro; Cavatappi; Primavera 81; Premio Lunigiana; Premio G. Rossi; Premio Il Centenario; Premio Superga; Premio Portovenere; Immagini del Piemonte; Primo premio Città di Alassio 1991; PremioFestival dei Tre Mondi di Spoleto nella rassegna sull'arte del secondo Novecento; Premio Nuove Proposte  1991 per il collezionista, a Spoleto.

     Frutto di un lungo ed appassionato lavoro di ricerca, l'opera più recente di Gigi Robiola va opportunamente inquadrata nell'intima essenza psicologica dell'artista partecipe di un profondo dramma umano ed esistenziale, arricchito dal pathos di una pittura che non mancherà di conquistare tutti coloro che si avvicineranno ad essa con vero intelletto, per leggerla con passione oltre il lato formale. Sono, infatti, composizioni che penetrano nell'anima e nel cuore del fruitore, cercando di unire il conscio e l'inconscio,in modo da incentivare, con la molteplicità degli interrogativi che suscitano, la formulazione di tante singole risposte che, a lavoro ultimato, formino un completo panorama di sentimenti, permettendo così di entrare nel profondo del nostro essere e risvegliare sensazioni spesso sopite.
     Sono, in fondo, quadri che esprimono la continuità di una scelta e confermano la direzione di un particolare modo di intendere e fare pittura: la ricerca, certo, della verità, legata all'esperienza di una sofferta indagine soggettiva condotta sullo spirito ed il bisogno. Inoltre, di scoprire assolute certezze, misurandosi anche con le altrui quotidiane vicende. Ed è da ciò che la freschezza dell''emozione si amalgama e si armonizza sempre, in Robiola, con l'intensità della pretesa meditativa, e come per incanto l'opera nasce fluida e spontanea dalla meditante e mai paga spiritualità dell''autore.
      La verità è che queste opere scaturiscono da nuove,più inattese esperienze di vita; da nuove motivazioni umane. Il pittore rivela ormai qui i caratteri fondamentali del suo appassionato impegno artistico, diventano voce creativa più scarna, robusta,essenziale. E l'animo segue il fluire della sua pittura, ora sulla scia del sentimento, ora su quella della meditazione o dell''enigmatico abbandono delle forme quale estrema sublimazione di una delicata e profonda sensibilità umana ed artistica.
                                                                                                                                      Carlo Simonelli
                                                                                          

L’elegante monografia che le edizioni Pentarco hanno curato anni addietro per Gigi Robiola si apriva con l’incisiva titolazione “Momenti cromatici intrisi di inquietitudine risolti come simboliche metafore della vita”.

In tale definizione è effettivamente racchiusa l’intera dimensione creativa di un artista il quale ha varcato da parecchio i confini nazionali per affrontare anche all’estero giudizi e valutazioni in mostre e presenze altamente qualificanti

Nella ricca produzione pittorica di Robiola, inconfondibile ed originale per certe risultanze di colori lacerati fin nei minimi dettagli e frammentati sulla tela con uno sfolgorio che abbaglia  ed attrae allo stesso tempo, i protagonisti sono quasi sempre ( per non dire esclusivamente) gli scenari naturalistici che egli ritrae nella desertificazione collegabile alla contemporaneità,la quale agli habitat vegetali ha irresponsabilmente dichiarato una sorta di perversa, determinata, progressiva aggressione a danno dell’intera umanità, che proprio dalla natura è costretta a trarre alimento o nutrimento sotto ogni punto di vista.

L’inquietitudine che aleggia nelle opere dell’artista Casalese e nel contempo una constatazione ed una denuncia visiva, più che ipotetica o mentale avvertita da un uomo il quale vede giorno dopo giorno messa in pericolo la ragione stessa dell’esistenza.

Le rutilanti aggregazioni coloristiche di Robiola sono voci variabili che gridano all’uomo del nostro tempo moniti che sarebbe demenziali non recepire o cui misconoscere la portata etico sociale, che non è meno coinvolgente della componebte estetica fine a se stessa.

                                                                                                                           Rufino Sanchez

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Dal microfono al pennello
Estro ed arte di Gigi Robiola, il gigante buono

 

    Quando lo conobbi- ormai è quasi mezzo secolo - si chiamava Casale. Anzi, l'intera frequenza, tutta l'allora giovane ed esigua famiglia dei radioamatori torinesi,faceva silenzio quando Casale (la Casale, perché era una stazione emittente) faceva CQ.  Un silenzio dettato dall'apprezzamento,dal grande rispetto per quel gigante buono - scarpe grosse e cervello fino- che sapeva portare chiarezza nel QRM, pace nei QTH e serenità nei QRA dell'allora "pirata" CB.
     Casale,Gigi Robiola, l'ho ritrovato decenni più tardi con i pennelli in mano e una verve creativa che non lo ha mai abbandonato. E' sempre lui,quello di allora migliorato, rasserenato, decantato come i buoni vini della sua terra e dei suoi dipinti, opere che sono il fedele riflesso di una personalità  unica.

                                                                                                                                                  Josto Maffeo

recensione di Gianni Bonin
Entrando in camera, il quadro accoglie -per primo - il visitatore

invitandolo ad una meditazione sommessa sulla forza della natura e
coinvolgendolo in un marasma di sentimenti. Poi, un esame più attento,
rasserena lo spirito e l'occhio del vortice appare come un sole
nascente quasi un invito alla operosa serenità.

collezione Marco e Lorena

monografia1°&2° edizioni Petarco

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